L’efficacia del metodo delle ricompense e delle punizioni con i bambini
Un metodo molto popolare per educare i bambini di cui ho sentito tanto parlare da alcuni genitori, ma anche da alcuni professionisti, è quello delle ricompense e punizioni, o più generalmente conosciuto come metodo del rinforzo positivo e negativo.
In linea generale, questo principio educativo prevede di educare i bambini attraverso stimoli esterni forniti dall’adulto. Ogni qual volta il bambino ha un comportamento corretto in una data situazione, ascolta le indicazione dell’adulto e rispetta le regole, gli si fornisce un rinforzo positivo, un premio, proprio per stimolarlo a perseguire quel comportamento.
In caso contrario, quando il bambino disubbidisce, non rispetta le regole e diventa scontroso, provocatorio nei confronti dell’adulto e dei suoi pari, lo si punisce, proprio per diminuire la probabilità che tale comportamento possa ripetersi.
Un esempio esplicativo
Luca non vuole fare i compiti dopo la scuola. Il padre gli comunica che se non farà i compiti, quel giorno non andrà a giocare a tennis con il suo migliore amico (rinforzo negativo, privazione di un’attività piacevole). Se invece finirà tutti i compiti velocemente e senza lamentele, lo porterà alla partita di tennis e in più lo farà rimanere a casa del suo amico a giocare (rinforzo positivo, premio, valorizzazione).
L’esempio riportato sembra essere abbastanza logico e lineare. L’atteggiamento del padre nei confronti del figlio è comprensibile e direi quasi giustificato.
Tuttavia il comportamento del genitore non tiene in considerazione la motivazione alla base del problema: perché mio figlio non vuole studiare?
Ecco che il genitore agisce, imponendo una sua soluzione al problema, senza interpellare il figlio.
Quale messaggio si comunica con tale metodo?
Se è logico per l’adulto che, con questo metodo, si possono ottenere risultati per modificare comportamenti “inadeguati” del bambino al fine di educarlo, non è detto che sia così logico per il bambino stesso.
In altre parole, non è scontato che il bambino comprenda sempre il valore della punizione imposta, o che sia sempre ubbidiente alla volontà dell’adulto.
Tale metodo educativo, nel tempo può diventare inefficace, proprio perché l’adulto nel tentativo di modificare il comportamento del bambino, esercitando un potere su di lui, non tiene in considerazione il parere del bambino e le sue motivazioni, aspettative e desideri.
Indipendenza dai genitori
Il sistema delle ricompense e punizioni, può funzionare inizialmente con i bambini piccoli che vedono spesso gli adulti, in modo particolare i genitori, come autorità indiscusse.
Man a mano che i figli crescono, se viene loro consentito di rendersi indipendenti dai genitori, il potere genitoriale naturalmente diminuisce.
Quando un figlio diventa meno indifeso e dipendente dal genitore, il genitore perde gradualmente potere.
Per questo motivo i genitori rimangono interdetti quando scoprono che le ricompense e le punizioni, che avevano funzionato quando il figlio era piccolo, diventano meno efficaci man mano che il figlio cresce.
In più l’utilizzo di tale metodo per educare i figli, può portarli a non manifestare i propri sentimenti e a nascondere delle verità, rendendoli più insicuri.
Alcuni bambini imparano presto che mentendo si possono evitare numerose punizioni e che in certe occasioni si possono ottenere delle ricompense.
Trovare un accordo attraverso il dialogo
Come abbiamo visto, l’utilizzo dell’autorità nei confronti dei più piccoli porta inevitabilmente ad un rovescio della medaglia: quando i bambini cresceranno, si ribelleranno a tale autorità, utilizzandola a proprio favore.
Se invece imparassimo ad educare i bambini partendo da un’analisi delle loro motivazioni e intenzioni, riusciremmo più facilmente ad instaurare un rapporto basato sulla fiducia e sul rispetto reciproco.
Ciò non significa che il bambino non ha bisogno di limiti o non debba essere ripreso quando compie azioni irrispettose, ma un conto è imporgli una decisione autoritaria e incontestabile, un altro è attuare delle decisioni comprendendo i bisogni del bambino.
Ecco che è necessario trovare un equilibrio tra le parti. Il bambino necessita di limiti e di regole molto chiare per apprendere e per fidarsi dell’adulto, ma allo stesso tempo farà difficoltà a rispettare la volontà dell’adulto, se non vedrà riconosciuti e valorizzati i propri bisogni.